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Via Francigena: Roma eccomi!

via francigena

Cì sono arrivato finalmente in questa capitale del mondo! Attraverso le Alpi tirolesi son passato quasi di volo… L’ansia di arrivare a Roma era così grande ed aumentava talmente ad ogni istante, che non potevo più star fermo

Goethe

Mi sentivo esattamente così. Con tanta ansia di arrivare. Non vedevo l’ora di partire per la mia Via Francigena e di raggiungere Roma; non perchè non l’avessi mai vista prima, ma arrivare nella città eterna in cammino, percorrendo quella strada che tanti pellegrini hanno fatto prima di me per milleni, mi dava un senso di profondo entusiasmo.

Roma a parte però, devo ammettere che la Tuscia e tutto il percorso laziale della Via Francigena, da Viterbo a Roma, è stato una vera scoperta! Non avevo grandi aspettative; dopo aver ammirato la bellissima Val d’Orcia in giugno (leggi qui la mia esperienza nel tratto toscano), avevo un solo obiettivo: arrivare a Roma. Invece ho scoperto paesaggi stupendi, boschi incantati, persone ospitali e generose.

#RoadToRome2021: da Viterbo a Roma

Grazie all’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) sono stata nominata Ambassador per il progetto Road To Rome 2021: un bellissimo evento nato per celebrare il ventesimo anniversario dell’associazione, una marcia partita il 16 giugno 2021 da Canterbury, km 0 della Via Francigena, per arrivare a Roma il 10 settembre 2021 e a Santa Maria di Leuca il 18 ottobre 2021.

Il tratto da Viterbo a Roma mi ha sorpreso molto, sono sincera. Non mi aspettavo tanta bellezza: la città di Viterbo, molto accogliente con la sua atmosfera festosa e l’affascinante storia della Macchina di Santa Rosa, l’incantevole borgo di San Martino al Cimino (stop obbligatorio per un trancio di pizza romana nella panetteria della piazza principale!), i noccioleti lungo la Cassia antica e le torri di Orlando (considerato uno dei tratti più suggestivi di tutta la Francigena italiana), la generosa ospitalità di Capranica, la meraviglia del bosco Sutrino e la sorprendente Sutri con il suo Palazzo Doebbing, senza dimenticare l’anfiteatro romano e il bellissimo Mitreo (da vedere assolutamente!), il borgo di Campagnano dove ho lasciato un pezzo di cuore, Formello con il suo Parco di Veio, il Santurario del Sorbo e il bellissimo Palazzo Chigi e infine Roma che non ha bisogno di presentazioni (sono rimasta piacevolmente colpita dal quartiere Isola Farnese dove non ero mai stata e dove siamo stati accolti con pane francigeno campagnese e vino locale)!

Slow tourism, un nuovo modo di viaggiare

Turista è chi passa senza carico né direzione. Camminatore chi ha preso lo zaino e marcia. Pellegrino chi, oltre a cercare, sa inginocchiarsi quando è necessario.

San Riccardo

Perchè mi piace così tanto camminare? – Mi sono chiesta più volte.

No, non devo ritrovare me stessa, non devo dimostrare niente a nessuno, non ho motivi religiosi o spirituali. Negli ultimi anni mi affascinava leggere i racconti delle esperienze lungo le vie di pellegrinaggio. E così mi sono ripromessa che prima o poi mi sarei messa in cammino anche io.

Dopo varie riflessioni sono arrivata alla conclusione che il cammino svuota la mia testa. Camminando, entro in un’altra dimensione spazio-temporale dove la vita quotidiana così frenetica svanisce immediatamente.

Osservare e ascoltare: queste due cose rappresentano forse più di tutto le azioni del mio cammino. Osservo la natura che mi circonda, i campi di grano, le farfalle che volano; ascolto storie di vita degli altri pellegrini, il suono dei miei passi, il rumore del vento.

Cammino e in quel momento sono io, Crisula. Solo io.

Non mi preoccupo (quasi) ossessivamente del dentista di mio figlio, della lezione di musica di mia figlia, della bolletta del gas che scade, dell’appuntamento con le amiche da programmare.

Mi dimentico di tutto.

In quel momento sono sola con la mia fatica. Si, si fa fatica… non posso nasconderlo. Camminare per anche 8 ore consecutive sotto il sole cocente, con lo zaino sulle spalle, con poca acqua da bere è faticoso; ma credetemi… ne vale la pena! Ad un certo punto sembrerà anche che le energie stiano per abbandonarvi, ma la forza di inerzia vi farà andare avanti.
Arriverete alla meta distrutti, le gambe vi faranno male, i piedi saranno indolenziti, ma direte a voi stessi “Ce l’ho fatta! Anche oggi sono arrivato“.

Magicamente al mattino seguente vi rimetterete in cammino pronti ad affrontare la nuova sfida con una nuova consapevolezza di voi stessi.

Pochi oggetti, tante emozioni

Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l’arrivare

Tiziano Terzani

Nello zaino solo lo stretto necessario. Non potrebbe essere diversamente, visto che i kg che metti dentro poi te li porti addosso per tutto il tempo. Si impara anche bene a capire la distinzione tra essenziale e superfluo. Nel mio primo cammino toscano lo zaino pesava 5 kg. A Viterbo sono partita con 3 kg sulle spalle!

Le emozioni però sono tante, tantissime, con diverse sfaccettature. Dico sempre, senza presunzione alcuna e dal basso della mia piccola esperienza: “Partite!”

Partite perchè non ve ne pentirete.

Partite perchè non serve essere maratoneti, è sufficiente solo tanta motivazione.

Partite perchè la Natura è pronta in ogni istante a sbalordirvi.

Partite perchè scoprirete che la solidarietà delle persone è tanta.

Partite perchè vi stupirete come bambini.

Partite perchè, al termine del vostro cammino – non importa quanto lungo sia – sarete orgogliosi di ciò che avete fatto.

Grazie a…

Un grande grazie a tutti i pellegrini che hanno condiviso con me questa esperienza, al Comune di Viterbo, al Comune di Vetralla, al Comune di Sutri, al comune di Formello, al Comune di Campagnano di Roma, alla Regione Lazio, alla mia amica Myriam.

Il grazie più grande va però all’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF) che mi ha regalato questa straordinaria opportunità e mi ha reso fiera di me stessa!

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